Intolleranze alimentari: i test di cui non ti devi fidare
Dosaggio IgG 4: esame di facile accesso, molto praticato nei laboratori di analisi o nelle farmacie. Valuta la presenza nel sangue di una sottoclasse di anticorpi IgG. In realtà, il livello di questi anticorpi è connesso con la regolare ingestione dei corrispettivi alimenti (normale processo di sensibilizzazione a quello che introduciamo), mentre non è mai st at a dimost rat a la correlazione tra i livelli di questi anticorpi e una vera intolleranza alimentare.
Test citotossico o test di Bryan e sua variante: test “in vitro” che si effettua su sangue intero o su una sospensione leucocitaria a cui viene aggiunto un allergene al fine di valutare le successive modificazioni morfologiche delle cellule. Alcat t est è la variante automatizzata che si basa sul principio dei coulter-counter, attualmente è la versione più pubblicizzata. La lisi cellulare aspecifica, l’interpretazione soggettiva dei risultati, la variazione nelle condizioni di esecuzione del test lo rendono inaffi dabile nella diagnostica come concluso dalla American Academy of Allergy.
Test elettrodermici (Bioscreening, Biostrenght test , Sarm test , Moratest , Vega test ): si sono sviluppati a partire dalle osservazioni dell’elettroagopuntura secondo Voll sulle variazioni del potenziale elettrico in relazione al contatto con alimenti “nocivi”. I test si propongono di misurare gli “squilibri energetici” attraverso specifiche apparecchiature. Si tratta di test non riproducibili, non attendibili. Il principio che una reazione allergica modifichi il potenziale elettrico cutaneo non è mai stato dimostrato scientificamente.
Test kinesiologico: si basa su una misurazione soggettiva della forza muscolare. Si effettua facendo tenere nella mano del paziente una boccetta contenente l’alimento (alternativamente la bottiglia può essere posta sul torace del paziente o vicino allo stesso, senza tuttavia che avvenga un contatto diretto fra l’estratto di cibo e il soggetto da esaminare). L’esaminatore valuta la forza muscolare dell’altra mano. Non esiste ovviamente una base teorica a supporto. È inattendibile perché non è mai stato documentato un interessamento dell’apparato scheletrico in corso di reazioni allergiche, inoltre il fatto che l’allergene non sia posto a diretto contatto del soggetto ma con l’intermezzo della bottiglia esclude ogni possibile spiegazione razionale.
Dria test : consiste nella somministrazione per via sublinguale, dell’estratto allergenico seguito dalla valutazione della forza muscolare per mezzo di un ergometro. Il test è considerato positivo quando si manifesta una riduzione della forza muscolare dopo 4 minuti dalla somministrazione sublinguale dell’estratto. Il test è stato introdotto a partire dal 1944; gli studi successivi non sono mai stati controllati con placebo come richiesto da un protocollo di validazione e pertanto sono giudicat i non attendibili. In particolare, il Food Allergy Committee dell’American College of Allergists ha valutato per alcuni anni l’uso di questo test giungendo alla
conclusione di sconsigliarlo nella diagnostica delle allergopatie.
Biorisonanza: si basa sull’ipotesi che l’organismo possa emettere onde elettromagnetiche (buone o cattive). Si propone di misurare con un apparecchio specifico il campo magnetico delle persone indotto dagli alimenti. È stato dimostrato che l’apparecchio in commercio non è in grado di misurare quel tipo di onda elettromagnetica coinvolta. Non esiste alcuna prova scientifica a dimostrazione di questo test.
Analisi del capello: valuta le sostanze chimiche presenti nel capello, utile per lo studio della carenza di oligoelementi ed eventuale eccesso di metalli pesanti, ma non è emersa nessuna correlazione con gli allergeni e le intolleranze alimentari Iridologia: valuta attraverso l’osservazione diretta dell’iride il livello di salute di un soggetto. Non è basato su evidenze scientifiche.
Pulse t est o riflesso cardiaco auricolare: si basa sull’ipotesi che la reazione avversa all’alimento somministrato per bocca, per iniezione o per inalazione, ma anche posto a 1 cm dalla cute, sia in grado di modificare la frequenza cardiaca. Privo di alcun fondamento scientifico.
AVVERT ENZE
Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.
Tratto dal sito "Educazione Nutrizionale Grana Padano"
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