Fin dall’età evolutiva lo sviluppo armonico dell’organismo viene favorito da un’attività fisica condotta con regolarità mentre la sedentarietà precoce crea i presupposti per l’insorgenza della cosiddetta malattia ipocinetica. Per malattia ipocinetica si intende quella patologia provocata dalla riduzione o assenza di attività fisica che porta a ipotrofia ed ipotono dei muscoli scheletrici, alterazioni dell’apparato locomotore, alterazioni del sistema cardio-respiratorio e riduzione del metabolismo basale. Tale patologia può già essere presente nei bambini in fase pre adolescenziale, portando all’insorgenza, in età evolutiva, di quadri patologici quali: atteggiamento scoliotico, iperlordosi, scoliosi, cifosi cervico-dorsale, dismetria degli arti, varismo e valgismo delle ginocchia,piattismo del piede.
Il paramorfismo è uno scorretto atteggiamento posturale che causa gravi danni alla morfologia corporea dell'organismo e della colonna vertebrale. I paramorfismi più comuni sono: scoliosi, cifosi, lordosi, piede piatto, ginocchio valgo, dorso piatto e alluce valgo
L’attività sportiva non può in alcun modo influenzare negativamente la crescita di un adolescente, nessun esercizio ginnico-sportivo può impedire lo sviluppo scheletrico. La legge di Jensen ci dice che la sensibilità del tessuto agli stimoli dipende direttamente dalla velocità di crescita dell’organismo e la legge di Delpeche sottolinea che gli stimoli adeguati favoriscono la crescita ossea, gli stimoli eccessivi la inibiscono.
Le evidenze scientifiche ci parlano di sole due intolleranze alimentari accertate. L’intolleranza immunologica al glutine (celiachia) e la reazione biochimica al lattosio. Per cui il termine di intolleranza alimentare generico è improprio.
I pazienti diabetici possono e devono mangiare la frutta ma deve essere consumata in modo moderato. La frutta è da considerarsi l'elemento ideale per la merenda in quanto non appesantisce e contiene numerosi micronutrimenti utili per l'organismo.
No, essendo della famiglia dei tuberi le patate sono da considerare dei cereali raffinati come il pane bianco, il riso bianco, ecc.; contengono amido, fosforo, potassio (320mg/100gr), vitamina C e vitamina A. Bisogna evitare di mangiare le patate con il pane.
Il potassio si trova in quasi tutti gli alimenti, ma quelli di origine vegetale ne contengono sicuramente di più. Fagioli (1445mg/100gr), lenticchie (980mg/100gr) pistacchi (972mg/100gr), mandorle (780mg/100gr), arachidi (680mg/100gr),carboidrati (570mg/100gr) spinaci (530mg/100gr), avogadro (450mg/100gr), kiwi (400mg/100gr), finocchi (394mg/100gr), ribes (370mg/100gr), banane (350mg/100gr), melone (333mg/100gr), albicocche (320mg/100gr).
L’abitudine di saltare i pasti è sotto molti aspetti una scelta non salutare e non porta ad alcun beneficio. Se evitiamo di consumare un pasto si causa un fisiologico calo degli zuccheri nel sangue, questo comporta da un lato alla comparsa di un irrefrenabile desiderio di cibo e dall’altra, se questa abitudine si protrae nel tempo, ad una perdita della massa magra con una riduzione del metabolismo basale.
Lo sforzo fisico è uno dei fattori che possono scatenare una crisi asmatica sia in soggetti con predisposizione genetica a sviluppare alcune reazioni anafilattiche (con iperproduzione di immunoglobuline E) sia in soggetti considerati sani. Nei primi l' esercizio fisico induce una riacutizzazione della sintomatologia nei soggetti con asma, nei secondi l’esercizio fisico induce la broncocostrizione in soggetti sani, in cui l’esposizione ai comuni allergeni (peli di animale, pollini, polvere …) non produce broncospasmo. L’ asma indotta dall’esercizio fisico è una condizione clinica caratterizzata da transitoria riduzione delle vie aeree, scatenata da uno sforzo fisico intenso in soggetti con iperreattività bronchiale (esaltata risposta delle vie aeree). La sua comparsa avviene alla fine di un esercizio fisico (generalmente 5-10 minuti dopo) e si risolve spontaneamente o con inalazione di broncodilatatori in circa 30-60 minuti. La comparsa di broncospasmo, è influenzata non solo dal grado di iperreattività bronchiale e dallo stato clinico del paziente (infezioni respiratorie, affaticamento, stress emotivo), ma anche dal tipo di esercizio, dall’intensità dello sforzo, dalla durata dell’attività fisica, dalla mancanza di allenamento e riscaldamento nonché da particolari situazioni ambientali quali le basse temperature, la scarsa umidità, l’alta concentrazione di allergeni e inquinanti. La comparsa dell’attacco asmatico, in stretta sequenza temporale con la fine dell’esercizio o il bambino che in fase di riscaldamento fatica a “rompere il fiato”, pone il sospetto di asma da sforzo. Il trattamento dell’asma può essere farmacologico, mediante broncodilatatori e corticosteroidi per via inalatoria o antileucotrienici oppure non farmacologico con la prevenzione dei fattori scatenanti e la protezione meccanica delle vie aeree. Un consiglio utile prima di iniziare una attività sportiva all’aria aperta durante i mesi invernali è eseguire un riscaldamento con esercizio aerobico per almeno 10 minuti (cyclette) e coprirsi la bocca con lo scalda collo.
L ’attività sportiva è compatibile con l’asma, anzi può essere considerata un mezzo efficace per la prevenzione e il controllo di questa malattia, se eseguita correttamente secondo le linee guida e le esigenze individuali dell’atleta (vedi articolo dedicato).
I consigli dell'ISS: Dare l'esempio, se i genitori sono attivi anche i figli lo saranno. Incoraggiarli a fare l'esercizio fisico svolto abitualmente o a iniziare gradualmente a muoversi. Creare luoghi sicuri in cui si possano allenare. Limitare l'utilizzo di televisori, PC, tablet e cellulari a un massimo di 2 ore al giorno, oltre al tempo necessario per lo svolgimento dell'attività didattica. Cercare di far rispettare i consueti orari per il sonno.
Secondo le linee guida ESPGHAN in caso di diarrea acuta ( 4-5 evacuazioni al giorno di feci liquide o malformate ) digiunare o ridurre drasticamente l’alimentazione del bambino non serve a favorirne la guarigione. È necessario rivolgersi al Medico sole se la diarrea è associata a vomito o a presenza di sangue nelle feci. È fondamentale idratare il bambino nelle prime 4-5 ore dall’evento acuto ed evitare bevande zuccherate e succhi di frutta ( nei bambini, dai 3 ai 9 anni, per ogni kg di peso corporeo occorrono somministrare, nelle 24 ore, 100-200 ml di soluzione idratante).
E' falso. Non esiste una sintomatologia tipica, specialmente in età giovanile, ma ogni sintomo di raffreddamento (scolo nasale, starnuti, mal di gola, tosse) associato o meno a temperatura febbrile (>37°) e/o sintomi generali come dolori muscolari e mal di testa deve essere considerato un COVID-19 potenziale e messo sotto osservazione. Anche la comparsa di esantemi cutanei in genere accompagnati a febbre necessita di segnalazione al medico.
E' vero. Si è possibile; i ricercatori stanno studiando quanto frequente possa essere questa evenienza.
E' vero. Sono segnalati meno casi fra bambini rispetto agli adulti, manifestando anche una sintomatologia più moderata. Tuttavia, da dati riportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: bambini e adolescenti fino a 18 anni rappresentano dall’1 al 3% dei casi di contagio. Ulteriori studi sono in corso per stabilire il rischio di infezione nei bambini e il loro grado di trasmissione. È recente una ricerca pubblicata su Nature Medicine che ha sviluppato modelli di trasmissione del Covid-19 in base all’età: bambini e giovani sotto i 20 anni, oltre ad essere molto spesso asintomatici, si stima che abbiano una suscettibilità all’infezione pari a circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni. https://www.nature.com/articles/s41591-020-0962-9
Gli zuccheri, anche detti carboidrati, sono nutrienti fondamentali per permettere alle cellule dei bambini di produrre energia, apportando 4 kcal per grammo. Se i bambini non introducono la quantità di carboidrati di cui hanno bisogno, nel loro organismo avviene una reazione chimica chiamata chetosi, che consiste nell’utilizzo di molecole di grasso per produrre corpi chetonici, cioè molecole che possono essere utilizzate dalle cellule in sostituzione dello zucchero. Questa risposta patologica passeggera dell’organismo è nota con il nome di acetone.
Le necessità energetiche del bambino devono essere soddisfatte per il 55-60% delle calorie totali da alimenti contenenti carboidrati: principalmente da carboidrati complessi e, in minima parte, da zuccheri semplici, preferendo sempre alimenti che li contengono naturalmente come frutta e latticini. Ricordiamo che un consumo eccessivo di zuccheri semplici può far aumentare il rischio di carie dentaria, obesità e diabete di tipo 2. Contengono carboidrati complessi: pasta di semola, riso, orzo, farro, polenta di mais, quinoa, grano saraceno, pane ,patate (evitare quelle fritte) ,frutta fresca.
Sì, tutti i formaggi stagionati DOP come il Gran Padano con denominazione di origine protetta
La disidratazione conseguenza di una sudorazione abbondante e la deplezione di carboidrati questi ultimi necessari nei primi minuti di sforzo fisico intenso.
Se la dieta vegetariana è adeguatamente strutturata e bilanciata è ottimale per l'atleta. Georges Cuvier (1769-1832) , fondatore dell'Anatomia comparata, sosteneva che "l'uomo è anatomicamente strutturato per nutrirsi di frutta, di radici e di parti succulente di vegetali. Gli antichi romani definivano l'uomo sportivo attivo "vegetus".
La convinzione che durante un improvviso calo pressorio sia necessario assumere zuccheri non è corretta. le cause principali del calo di pressione sono: la disidratazione, problemi cardiaci o endocrini,carenze nutrizionali e perdita di sangue nelle donne durante il ciclo mestruale.
E' una convinzione priva di ogni fondamento scientifico. le quantità di mercurio presente nella carne di pesce dei grossi predatori ( tonno, pesce spada, luccio, nasello ecc.) è molto bassa e a livelli non tossici
E' buona regola variare ogni giorno la tipologia degli alimenti equivalenti fra loro, per poter fornire cosi all'organismo tutti i nutrimenti necessari.
Nessun alimento indispensabile, può essere sostituito da altri cibi con caratteristiche analoghe
Nessun alimento , preso singolarmente, è in grado di soddisfare tutte le esigenze del nostro corpo.
Le calorie vanno ben distribuite: colazione 25%, spuntino del mattino 10%, pranzo 25%, merenda 10%, pasto serale 20%.
vero
Previene l'obesità, favorisce la formazione ossea con aumento della mineralizzazione, migliora la maturazione del sistema nervoso motorio e della coordinazione motoria, migliora il rendimento scolastico e la socializzazione e migliora la vascolarizzazione periferica.
E' importante che il bambino si abitui al gusto naturale del cibo in quanto in questo modo non si abitua a sapori troppi intensi, i cibi continuano a sembrare buoni e non si diventa "dipendenti" dal gusto dolce.
Quando si parla di educazione alimentare ai bambini è importante prendere in considerazione il fattore psicologico, il fattore comportamentale e il fattore famiglia del bambino stesso.
L'alimentazione del bambino in età scolare deve basarsi sulle abitudini salutari della famiglia, e ciò che mangia il bambino non deve variare da ciò che mangiano i genitori , ma si devono tenere in considerazione e rispettare i segnali di fame e di sazietà del bambino. Nessuno meglio del bambino sa di quanto cibo ha bisogno.
Cereali raffinati.
La saliera.
Occorre sempre incoraggiare i bambini a consumare spuntini e merende tra i pasti, consistenti in frutta, pane tostato, latticini, sottaceti, frutta secca e semi o cioccolato fondente, yogurt, bastoncini di carote, pomodorini. Sollecitare l'uso di bevande come tisane o acqua con succo di frutta con cioccolato e creme di frutta secca e , naturalmente, acqua .
Durante i pasti è necessario garantire ai bambini un ambiente tranquillo, nessuna distrazione e mangiare con la famiglia, quando possibile.
Durante il periodo dell'infanzia è bene che i genitori non usino il cibo come ricompensa o punizione, di mantenere un programma alimentare regolare e di rispettare l'appetito del bambino.
I dati scientifici in nostro possesso mettono in evidenza un possibile rischio di andare incontro a carenze nutrizionali e ad una maggiore incidenza di alitosi e nausea con una dieta low carb. Con questo tipo di dieta è segnalato, anche, un incremento del rischio cardiovascolare e di ammalare di tumore.
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