Movimenti creativi: una ginnastica dentro e fuori e di noi

L’atto creativo, la sua gestualità, il movimento sono qualcosa che chiamano in causa il corpo, la relazione con l’altro e con l’ambiente circostante.
Il corpo e l’arte hanno da sempre un connubio inscindibile, perché ogni singolo movimento, come ogni singolo materiale, possono diventare una ginnastica non solo corporea in Arteterapia.
L’arteterapeuta, all’interno della relazione con il soggetto, utilizza i materiali che offrono una svariata possibilità di movimenti, movimenti interiori che diventano concretamente visibili attraverso l’atto creativo che imprime la propria forma nella materia. Ogni materiale è un linguaggio e, come tale, solletica il soggetto, lo chiama in causa, gli chiede di agire per imprimere una nuova f-orma come segno del proprio passaggio, dell’esserci nel qui ed ora.
L’entrare in relazione con i materiali richiede un movimento, un andare verso, che mette in gioco il corpo del soggetto.
In 25 anni di lavoro come esperto esterno all’interno delle scuole, ho potuto essere testimone del grande cambiamento nell’avvicinarsi ai materiali.
Se in un primo tempo trovavo mani curiose che afferravano, tagliavano, plasmavano e nel bambino abitava un sano compiacimento della e nell’attività creativa, la realtà di oggi mi restituisce da un lato mani che hanno perso la loro forza e la capacità di esercitare la giusta pressione (anche solo per strappare un foglio di carta), e dall'altro l'evaporazione del tempo sano dell’attesa che, invece, richiederebbero il processo creativo e lo sviluppo di un’idea. Il tempo sembra essere diventato puntiforme, il tutto e subito odierno si scontra con il tempo lento necessario a fare crescere le proprie idee attraverso la materia. Una pallina fatta con l’argilla fatica ad essere pallina, e se poi si tenta di farla rotolare con un dito, la pallina viene schiacciata.
Ed è proprio in questo tempo che diventa ancora più importante fare riscoprire, attraverso progetti mirati e ben strutturati, l’uso delle mani e dell'atto creativo, come reale capacità di trasformazione, di sognare e desiderare.
Sembra impossibile, ma se è vero che siamo esseri u-MANI, le mani necessitano di un ritorno al concreto, a reali possibilità di trasformazioni, al di fuori di uno schermo virtuale.
E in arteterapia accade proprio questo, attraverso “ginnastiche corporee”, manipolazioni, incontro con i materiali, che non solo attivano il bambino e il suo immaginario, ma consentono alle mani di tornare a riscoprire la bellezza del fare, un fare collegato a un pensiero e inscritto in un orizzonte narrativo, dove in primis il soggetto fa esperienza del fatto di essere originato
da un passato e proiettato in un futuro. Ed è in questo movimento, dove il corpo torna in gioco, che la persona si ri-trova, si scopre e incontra le proprie emozioni.

A cura di Anna Maria Taroni – Arteterapeuta, formatrice
annamaria@annamariataroni.it - www.annamariataroni.it

 

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