Lo sviluppo della motricità per il benessere dei bambini, No alla specializzazione precoce.

Il bambino nasce con una dotazione iniziale di movimenti riflessi, poi nei primi anni di vita apprende forme di movimento volontarie e a 5 - 6 anni si possono valutare i primi assetti e schemi posturali e il processo di sviluppo degli schemi motori di base. Il bambino costruisce i propri schemi motori di base utilizzando le sue capacità senso – percettive riferite al proprio corpo e all’ambiente circostante. Gli schemi motori di base vengono comunemente identificati con varie gestualità che si sviluppano in tutti gli individui.

Il grado di sviluppo degli schemi motori di base in ogni individuo dipende fortemente dalle esperienze senso – percettive e di movimento che il bambino sperimenta nei primi anni di vita.

Gli schemi motori di base rappresentano un pre-requisito fondamentale dello sviluppo delle capacità motorie condizionali, ma soprattutto per le capacità motorie coordinative.

Le capacità coordinative sono generali e specifiche. Non mi soffermo ad illustrare le capacità coordinative specifiche in quanto espressione di quelle generali, che si possono riassumere brevemente come la facilità di apprendere nuovi movimenti, di controllare il movimento, di indirizzarlo, di adattarlo e trasformarlo quando serve nella situazione che si sta vivendo.

Lo sviluppo di tutti gli schemi motori di base e non solo di alcuni di essi garantisce una base ampia e solida su cui costruire capacità coordinative che nel tempo consentono di raggiungere un certo livello di abilità motoria.

L’abilità motoria si può sviluppare anche in presenza di una base di schemi motori più ristretta, ma sarà efficace in un numero inferiore di contesti situazionali.  

La ricerca della destrezza e della prestazione motoria finalizzata al risultato immediato, raggiunta a volte in modo ossessivo e con proposte di esercizi ripetitivi e monotoni o con metodologie di allenamento più adatte a ragazzi adolescenti o adulti, può dare grandi miglioramenti nel breve periodo, ma può anche rappresentare un fattore che limita l’ampiezza del bagaglio dei movimenti a disposizione del bambino. Con la maturazione definitiva del sistema nervoso e nell’età dell’adolescenza questa dotazione di base di movimenti è difficilmente ampliabile. Nell’adolescente che, pur avendo raggiunto rapidamente livelli soddisfacenti di abilità, non riesce più a sviluppare movimenti più complessi e combinati o ad esprimersi con lo stesso livello di efficacia in condizioni più difficili, può subentrare la demotivazione e l’abbandono prematuro dell’attività sportiva. Ottenere grandi risultati nell’immediato non garantisce un processo di sviluppo motorio continuo.

Le proposte di ogni istruttore sportivo dovrebbero tener conto di queste considerazioni e del fatto che il nostro stile di vita possa condizionare negativamente il numero e la qualità delle esperienze motorie dei bambini di oggi.

I principi da seguire sono noti agli istruttori qualificati, ma è importante non dimenticarli:

Stabilità: gli apprendimenti tendono ad essere perduti, soprattutto nei bambini e nei ragazzi il cui corpo, in fase di accrescimento, tende a cambiare. Esistono momenti in cui occorre ritornare ad esercitare delle capacità già apprese nel passato e l’istruttore deve essere paziente e fare uno o più passi indietro quando serve al bambino.  

Adeguatezza: le proposte devono essere adeguate all’età e al grado di sviluppo biologico, motorio, fisico e psicologico dei bambini.

Consapevolezza: spiegare gli obiettivi e il perché si propongono certe attività motorie per favorire il coinvolgimento.

Evidenza: il coinvolgimento dei bambini è tanto maggiore quanto più l’attività motoria è stimolante su tutti i sensi, quindi oltre a spiegare con parole adatte all’età occorre far vedere un esercizio, utilizzare suoni e ritmi durante certe attività, far sentire l’intensità, il grado di contrazione muscolare, rigidità e rilassatezza delle articolazioni. 

Emozioni: l’attività motoria deve stimolare emozioni, e il bambino deve imparare a viverle e controllarle.

Relazioni: se l’attività motoria proposta si basa sui precedenti requisiti, allora il bambino, maturerà una superiore capacità di relazionarsi con se stesso ed accettare i propri limiti, i limiti posti dall’ambiente e di relazionarsi con gli altri anche da adolescente e da adulto (life skills).

Programmare l’attività motoria nelle età evolutive oggi è più difficile. Noi cerchiamo di mettere a disposizione la nostra esperienza. I test aiutano a capire su quali schemi motori di base il bambino necessita uno sviluppo ulteriore per offrirgli la possibilità di attingere a maggiori capacità di movimento in futuro. Non proponiamo ricette miracolose per creare campioni, ma vogliamo affiancare i bambini in modo da offrire loro una possibilità di sviluppo armonico della persona.

 

 Prof. Ortes Parini

 

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